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Abbiamo la prova tangibile che la Sardegna ospitasse un numero imprecisato di vulcani: il Basalto.
L’impiego di questa roccia pregiata si perde nel tempo ve ne è traccia in tutto il territorio grazie all’utilizzo che ne fece la civiltà nuragica.
Scopriamo qualcosa in più su questo materiale.
L’etimologia del termine basalto ci porta fino all’antico Egitto, mutuando il suo significato dal fonema bauhun che indicava l’ardesia; tale termine è stato dapprima adottato dai greci nella forma di βάσανος per poi essere trasfuso dai latini nella parola basaltes indicando una roccia molto dura.
Il primo a individuare il lemma Basalto come moderno termine petrologico per descrivere un particolare composto di rocce laviche è stato Georg Agricola nel 1556 (nella sua opera De re metallica).
Il Basalto è una roccia vulcanica di origine effusiva questo significa che deve la sua formazione alla solidificazione, mediante raffreddamento aereo o subacqueo, del magma fuoriuscito dalle fratture della crosta terrestre a causa della pressione dei gas interni alla camera magmatica.
La rapida cristallizzazione delle colonne basaltiche conferisce al prodotto effusivo colore scuro (nelle sfumature dal grigio al nero), una grana fine ed una composizione che varia da porfirico, a microcristallino a vetroso.
In Sardegna il basalto è stato fortemente utilizzato fino agli anni ‘50 del 1900 in ambito edile-architettonico con estrazioni geolocalizzate principalmente nell’area dei cosiddetti “paesi del basalto” (Norbello, Ghilarza, Sedilo, Abbasanta, Santulussurgiu, Cuglieri, Seneghe, Bonarcado, Scano Montiferro).
Grazie al suo peculiare cromatismo non è di difficile individuazione e si presta ad essere estratto in massi di una certa dimensione già naturalmente isolati dalle bancate di affioramento (detti trovanti), che vengono poi sottoposti a taglio in lastre di dimensioni variabili.
Le lastre si prestano così ad essere declinate in numerose lavorazioni sia per esterni che per interni, grazie alla sua eccellente resistenza all’usura, agli agenti atmosferici ed alle escursioni termiche.
Questo litotipo costituisce ancora oggi materiale d’elezione per l’edilizia civile, per l’edilizia urbana e per la realizzazione di collezioni dal design ricercato.
Questa peculiare pietra effusiva viene prevalentemente utilizzata per composizioni oppositive dove i cromatismi esaltano il vero valore delle pietre pregiate impiegate nel progetto architettonico.
Si pensi alla realizzazione di scale, pavimentazioni e soglie nonché decorazioni bicrome per interni ed esterni.
Grazie alla sua capacità di resistere agli sbalzi termici (come gelate e fiammate), risulta il materiale ideale per la realizzazione di piani barbecue, lavabi esterni assemblati, lastricati, cordoli, panchine, dissuasori ecc.
Il Basalto si differenzia dal Granito non solo per evidenza cromatica ma per proprietà chimiche e fisiche.
Infatti, mentre basalto contiene circa il 53% di silice, il granito ne ha circa il 73%, inoltre quest’ultimo è frutto di un processo di raffreddamento lento all’interno della crosta terrestre.
Si pensi al fatto che il basalto può formarsi in pochi giorni o mesi, mentre i plutoni di granito possono impiegare milioni di anni per raffreddarsi e indurirsi.
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