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La pietra serena è un materiale la cui storia si perde nella notte dei tempi (già gli Etruschi ne fecero uso per sollevare le mura della città di Fiesole).
Il nome potrebbe non dirvi nulla, ma la sua immagine sarà certamente impressa nelle vostre menti perché occupa gran parte dei libri di storia dell’arte.
Sì! Questo è il materiale di rifinitura e decorazione più elegante che l’architettura rinascimentale conosca (basti pensare agli Uffizi o al loggiato di piazza Santissima Annunziata a Firenze).
Questa pietra pregiata dall’estetica affascinante sta oggi riscoprendo una fase di splendore.
Per quanto riguarda le caratteristiche meccaniche, la pietra serena è una particolare varietà di roccia arenaria di origine sedimentaria: si forma per deposizione e successiva cementazione di sabbie di vario tipo, anticamente facenti parte per lo più di deserti, letti di fiume o fondali di laghi o mari.
È questo il motivo per cui i banchi di arenaria si presentano agli occhi “a strati orizzontali sovrapposti” e risultano particolarmente ricchi di fossili, soprattutto conchiglie bivalvi, ammoniti e piccoli pesci.
Talvolta la decomposizione dei cloriti porta la pietra ad assumere venature dalla colorazione variegata.
La sua caratteristica principale deriva però dalla granulometria variabile che passa da medio-fine a grossa: la tessitura della pietra è gradevolmente omogenea, con puntini lucenti dovuti alla presenza di scagliette di mica. Presenta talvolta laminazioni e gradazioni (cioè variazioni della granulometria nello stesso blocco). Talvolta le vene di calcite spatica possono dare origini a crepe fragili ma se si osserva che il carico di rottura perpendicolare è di circa 700 kg/cm2 possiamo confermare che si tratta di una pietra che possiede una sua specifica resistenza.
Alla robustezza verticale si affianca quella orizzontale anche se si registrano situazioni in cui, a causa di una anomala esposizione termica od ad agenti atmosferici (come l’acqua) e sostanze chimiche (a causa dell’inquinamento), tale materiale mostra alcune debolezze (risulta vulnerabile alle soprattutto all’erosione causata dal vento e ai cicli di gelo e disgelo, a cui reagisce con un degrado caratteristico consistente nella esfoliazione in scaglie piatte che portano alla polverizzazione).
Per quanto riguarda la composizione cromatica occorre prendere in considerazione sia la grana che le venature, infatti, a seconda del punto di estrazione la grana si caratterizza per le minute pagliuzze dorate dovute a piccole scaglie di Mica.
Il colore risulta intenso e abbraccia gradazioni che vanno dal grigio-azzurro al color ferro in base alla varietà; la presenza di ampie venature è garantita dalla contaminazione interna e possono essere scure (di origine mineraria o fossile) o, in caso di contaminazione con l’arenaria gialla, perfino color ocra o tendenti al brunastro.
Ancora oggi la pietra serena rappresenta la principale scelta per chi si trova a realizzare applicazioni nell’edilizia, nella scultura e nell’arredamento.
Si tratta, infatti, di un materiale considerato nobile e utilizzato nei secoli soprattutto per l’esecuzione di sculture ed elementi ornamentali negli edifici di pregio.
La pietra serena viene lavorata in diversi modi: scalpellato, levigato, fiammato, bocciardato, rigato, sabbiato; va precisato che questo materiale non è però lucidabile.
Si lavora facilmente e ha una discreta resistenza alla compressione.
Gli impieghi più tipici sono ornamentali, ma trova applicazione anche per la realizzazione di cortili, marciapiedi e vialetti, negli elementi decorativi come statue, fontane, balaustre o bassorilievi nei giardini privati.
Per l’indoor design essa trova impiego nelle soglie di edifici, nei davanzali delle finestre, nelle scale, nei pavimenti e nei caminetti.
Molto interessanti sono infine le applicazioni nell’arredamento, soprattutto per l‘esecuzione di splendidi lavandini rustici per la cucina o lavatoi di sapore decisamente retrò, per la costruzione di panche da giardino, piani di tavoli o top per cucine: in quest’ultimo caso occorre però trattare la pietra con prodotti idrorepellenti specifici e ripetere l’applicazione almeno una volta l’anno.
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